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La Psicologia NeoFunzionale nasce in Italia tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, come evoluzione della Vegetoterapia di Wilhelm Reich. Da allora ha intrapreso una propria direzione originale, tuttora in sviluppo.
Dopo un’attenta analisi delle diverse teorie e pratiche terapeutiche, i fondatori del NeoFunzionalismo hanno individuato alcuni denominatori comuni, scartando ciò che appariva obsoleto, non comprovato o inefficace, e ampliando invece gli elementi più utili. Si tratta dunque di una teoria giovane, ma con basi solide.
Originariamente inclusa tra le terapie a mediazione corporea, oggi preferisco definire la Psicoterapia Funzionale una Terapia Esperienziale.
Alcuni presupposti e concetti sono essenziali per comprendere la Psicologia Funzionale e, ancora di più, la mia personale pratica terapeutica che ne deriva.
Nel mio lavoro clinico, in particolare, faccio riferimento a questi punti chiave:
Ritengo che il mondo delle psicoterapie sia spesso — anche inconsapevolmente — ancorato a una prospettiva tipicamente occidentale. Per comprendere davvero l’essere umano, è necessario considerare ciò che altre culture ed epoche hanno espresso. Serve una base di Antropologia Culturale che ci renda più aperti e neutrali.
Do grande importanza alla conoscenza e alla pratica degli approcci Sensomotori, come quelli proposti da Levine, Van der Kolk e altri autori.
La comprensione del funzionamento umano deve integrarsi con discipline come: Etologia, per studiare le similitudini con i comportamenti dei mammiferi e dei primati; Neuroscienze, per comprendere l’evoluzione del sistema nervoso e la teoria del cervello tripartito; Evoluzionismo, per dare senso allo sviluppo filogenetico e ontogenetico dell’uomo.
Credo che i cambiamenti reali — profondi, duraturi e autentici — nascano dal basso, cioè dai processi sensomotori e dai Funzionamenti, anche se inizialmente inconsapevoli, prima ancora che cognitivi (Piaget).
Qui risiede, a mio avviso, il vero significato dell’Insight psicologico.
Il Sé è un sistema integrato, che opera in modo circolare e coerente, sintonizzando corpo, mente ed emozioni.
Non esistono processi “superiori”: quelli cognitivi e quelli corporei hanno pari dignità. Decade così il vecchio concetto di psico-somatica, che vedeva la mente come causa e il corpo come semplice “bersaglio”. In terapia non vi è più la priorità della parola, e viene superato il “Cogito ergo sum” cartesiano.
Le esperienze non si imprimono solo nel cervello, ma nell’intero corpo, influenzandone il funzionamento.
I bisogni umani non sono solo fisiologici, ma anche sociali, emotivi, cognitivi e affettivi (Harlow) — tutti di pari dignità e importanza per la salute psicofisica.
I Funzionamenti di Fondo sono modalità operative del Sistema Integrato del Sé. Essi dirigono e coordinano funzioni diverse (pensiero, emozioni, muscolatura, respirazione, endocrinologia, ecc.) in relazione all’ambiente e alle necessità adattive. Le EBS sono in numero definito e comuni a tutti gli esseri umani, indipendentemente da epoca o cultura.
Psiche e soma non sono entità separate, ma parti di un unico sistema che opera in modo armonico e orientato. Sono distinguibili solo per comodità espositiva, ma nella realtà costituiscono un’unica unità funzionale.
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