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La cosiddetta Terapia a mediazione corporea
Perchè una terapia che coinvolga attivamente il corpo se non ho disturbi psicosomatici? Ormai tutti i (troppi) modelli teorici in psicoterapia stanno prendendo in considerazione il tanto dimenticato corpo, in un modo o nell'altro. Il problema è come far stare all'interno di una teoria che non prevede l'utilizzo del corpo in terapia una pratica che abbia senso, che sia integrata e non "appiccicata lì". E non è diventato indispensabile tenere conto del corpo solo perchè è di moda, solo perchè ormai lo yoga (ad esempio) sembra essere diventato un elemento imprescindibile di chi voglia prenderi cura di sé.
Nella teoria Funzionale il corpo non è diviso dalla psiche e questo modello nasce come approccio "olistico" (non esoterico!), quindi non forza il corpo all'interno di una pratica che non sa bene cosa farsene di questo "soma". Non c'è un semplice abbinare delle tecniche di rilassamento o altro all'interno di un percorso fondato sulla parola.
Diciamolo una volta per tutte: Il nostro essere è un Sistema Integrato che agisce (salvo dis-integrazione) ad unisono. Potremmo dire tutto insieme ed appassionatamente.
Ma cos'è un Sistema? In ambito scientifico, qualsiasi oggetto di studio che, pur essendo costituito da diversi elementi reciprocamente interconnessi e interagenti tra loro o con l’ambiente esterno, reagisce o evolve come un tutto, con proprie leggi generali: un s. fisico, chimico, biologico, economico, ecc. […] In anatomia, complesso di strutture e di organi affini per origine embriologica o coordinati per una funzione specifica. […] Nel linguaggio tecnologico, un insieme di elementi che siano tra loro interdipendenti per ottenere un determinato scopo funzionale. [Treccani]
Se sono sottoposto ad uno stress lavorativo – ad esempio – tutto il Sistema si “setterà” per il medesimo scopo funzionale, ovvero il raggiungimento del risultato che l'azienda chiede: il pensiero sarà attivo e vigile sarà il sistema nervoso (simpaticotonìa) con la sua adrenalina. Il tono emotivo non sarà certo di pace e i muscoli saranno moderatamente tesi; il sistema cardiocircolatorio stimolato al lavoro (non al riposo), mentre il gastroenterico sarà in stand by (non è biologicamente sensato che lavori); il sistema ormonale produrrà cortisolo per stimolare il Sistema; e così via. Ma allo stesso modo quando sono pacifico a riposo (e se il mio Sistema è sano nella sua integrazione) tutto sarà “orientato verso questo scopo”, per così dire: il pensiero sarà fluido e non focalizzato, magari meno sul razionale e calcolatorio; il tono emotivo improntato sul piacere; il sistema nervoso più sulla vagotonìa ed i muscoli rilassati; nel cardiocircolatorio avremo una frequenza cardiaca e pressione arteriosa moderate e così via... Se sono felice, l'intero Sistema lo è. Se ho paura, tutto è orientato alla paura. Se sono arrabbiato o triste, idem.
Tutto funziona coerentemente ed in modo inscindibile! Ecco perchè se lavoro su più fronti e con più strumenti (parola, intenzione, movimenti, sensazioni, modificazioni fisiologiche) l'efficacia sarà maggiore ed il risultato più “vero”, profondo e duraturo.
A questo dobbiamo aggiungere che noi, nel nostro profondo, restiamo degli “esseri preverbali”. Con questo voglio dire che il nostro Sistema percepisce, apprende e si modifica nel profondo come lo fa un bambino che ancora non usa il linguaggio dell'adulto. O anche come un animale, che notoriamente non ha la parola ma ugualmente apprende, si modifica, prova emozioni, ecc. Un'esperienza vale più di mille parole! E l'esperienza vera non è un concetto, un'idea o una parola ma un fatto sensomotorio che impatta tutto il Sistema.
Nella terapia, l'efficacia si mostra quando si riesce a scardinare il “è-più-forte-di-me”. La maggior parte dei miei pazienti è consapevole delle proprie difficoltà o reazioni, ma non riesce a essere o fare diversamente... è più forte di me! (e questo accade soprattutto per le emozioni primarie di rabbia e paura). Qui la parola – a mio avviso – incontra un grande ostacolo. E il corpo, il fare e “vivere sulla propria pelle” o “fino al midollo”, prendono lo scettro della terapia.
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