dr. Marcello Schmid Marescalchi

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© Cimbo


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La Terapia a mediazione corporea:

quando il corpo diventa parte della cura

Perché coinvolgere il corpo in una terapia, se non ho disturbi psicosomatici?

Negli ultimi anni, sempre più modelli psicoterapeutici stanno riscoprendo il ruolo del corpo, dopo decenni in cui è stato messo da parte.
Ma la vera sfida non è “aggiungere” qualche tecnica corporea: è integrare davvero corpo e psiche in un’unica visione coerente.

Non si tratta di seguire una moda o di includere pratiche come lo yoga solo perché “fanno bene”.
Si tratta di riconoscere che la mente e il corpo non sono due entità separate, ma due espressioni di un unico sistema vivente.

 

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L’approccio Funzionale: un modello davvero integrato

Nella Teoria Funzionale, il corpo non è mai disgiunto dalla psiche.
Questo modello nasce già come approccio olistico (nel senso scientifico e non esoterico del termine): il corpo non viene forzato dentro una teoria che non saprebbe come usarlo, ma è parte integrante del processo terapeutico.

Non si aggiungono semplicemente tecniche di rilassamento a un percorso verbale: si lavora con il corpo, non sul corpo.

“Il nostro essere è un Sistema Integrato che agisce, salvo dis-integrazione, all’unisono.”
Potremmo dire: tutto insieme e appassionatamente.

 

Il corpo come sistema vivente

Ma cos’è un sistema?
Secondo la definizione scientifica, è un insieme di elementi interconnessi che reagiscono come un tutto coerente, seguendo proprie leggi generali.
Il nostro corpo-mente funziona esattamente così.

Quando viviamo uno stress lavorativo, tutto il Sistema si orienta verso un unico scopo: raggiungere l’obiettivo richiesto. Il pensiero diventa vigile, il sistema nervoso attiva la simpaticotonia, aumenta l’adrenalina, i muscoli si tendono, il cuore accelera, la digestione si mette in pausa, il cortisolo sostiene lo sforzo.

Al contrario, in uno stato di riposo e serenità, tutto si orienta verso la calma: il pensiero è fluido, le emozioni più piacevoli, il corpo si rilassa, la frequenza cardiaca si riduce, la pressione si stabilizza.

Quando siamo felici, tutto il nostro sistema lo è. Quando abbiamo paura, tutto è orientato alla paura.
Tutto funziona in modo coerente e inscindibile.

Ecco perché, quando in terapia si lavora su più piani contemporaneamente – parola, intenzione, movimento, sensazioni, fisiologia – l’efficacia diventa più profonda, reale e duratura.

 

Essere “preverbali”: la saggezza del corpo

Nel nostro profondo, restiamo esseri preverbali.
Questo è vero sia per la storia dell’evoluzione (filogenesi), sia per quella individuale (ontogenesi).
Come spiegava Piaget, la prima forma di intelligenza è senso-motoria: impariamo e ci adattiamo prima con il corpo, poi con le parole.

Anche da adulti, il nostro Sistema continua a percepire, apprendere e modificarsi in questo modo.
Un’esperienza vale più di mille parole, perché un’esperienza vera non è un concetto: è un fatto senso-motorio che coinvolge tutto l’organismo.

 

Quando “è più forte di me”

In terapia, uno dei momenti più trasformativi arriva quando si riesce a superare il famoso “è più forte di me”.
Molte persone sono pienamente consapevoli delle proprie difficoltà o reazioni, ma non riescono a comportarsi diversamente – soprattutto di fronte a emozioni primarie come rabbia e paura.

Qui, la sola parola incontra un limite.
Ed è allora che il corpo, il fare e il vivere sulla propria pelle diventano strumenti di cura.
Attraverso il corpo possiamo “disinnescare” automatismi, accedere a risorse profonde e ristabilire la naturale integrazione del nostro Sistema.

In sintesi

La terapia a mediazione corporea non è un insieme di tecniche, ma un modo diverso di guardare alla persona:
non come somma di parti, ma come unità viva, intelligente e sensibile.
È un percorso che utilizza parola, emozione e corpo come canali complementari, per favorire un cambiamento che non resti solo “nella testa”, ma si radichi nel modo di sentire, muoversi e vivere.

 

Vuoi saperne di più o capire se questo approccio può esserti utile?

Puoi contattarmi per un colloquio conoscitivo o per ricevere maggiori informazioni sulla Terapia Funzionale a mediazione corporea.
A volte, il primo passo verso il cambiamento è semplicemente iniziare ad ascoltare — anche il proprio corpo.

dr. Marcello Schmid Marescalchi

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